Oggi vorremmo parlarvi di un gioiello che ogni volta ci affascina, come la sua storia:
Il filo di Manin si usava come collana o attorcigliato al polso come bracciale di pregiata fattura.
La semplicità di queste maglie conosciute almeno dal VI secolo sta nel fatto di essere composta da minuscoli anellini di oro a 22kt avente sezione semicircolare cava, saldati tra loro; pensate che con 1 grammo di oro si potevano ottenere 12 o 15 centimetri di catena.
Di tale manifattura, tipicamente veneziana, si ignora ancor oggi il modo esatto di fabbricazione manuale veramente dispendiosa.
La storia narra che da Costantinopoli i veneziani impararono questa lavorazione detta entercosei, ma più comunemente nota come Manin o Manini.
Audaci matrone, Dogaresse, nobildonne o fortunate massaie di ceto borghese e popolare erano adornate di questi preziosi fili e preziosi girocolli, il Manin inoltre era un bene dotale, e per consuetudine ogni madre la divideva in parti eguali tra le figlie che trasmettevano questa tradizione ai posteri; ecco la ragione per cui è raro trovare fili di una certa lunghezza, anche se non mancano esemplari di una certa lunghezza, anche di 50 – 60 metri.
Ai tempi nostri il Manin è ricercatissimo dai collezionisti.